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mercoledì 21 ottobre 2015

...e quindi si (ri)parte per Amman. ✈

...e quindi si (ri)parte per Amman. ✈

La scusa che mi dovetti inventare per rendere socialmente accettabile questa follia di dovermene già andare dopo nemmeno due settimane di conoscenza, fu un matrimonio. Per l'esattezza quello di un ragazzo arabo giordano che conoscevo...bla-bla...che ci eravamo piaciuti...bla-bla...che ora aveva le nozze e se non lo salutavo ora non potevo salutarlo mai più. Poteva funzionare, funzionò.

Del resto non potevo essere sincera, perchè "Devo farlo altrimenti stanotte cospargerò di benzina l'ufficio, ci spegnerò sopra con gioia il mio sigaro e poi, trotterellante, prenderò l'ultimo cammello per l'Italia, perchè in soli 10 giorni mi avete sfrangiato parti del mio corpo che mi avevano detto io non possedessi per natura. Un domani mi ringrazierete per questo, voi e i figli che vi consento così un giorno di avere, purtroppo.", sarebbe potuto risultare offensivo, incompreso, esagerato, e sopratutto in inglese non sapevo come rendere la sottigliezza dello 'sfrangiato'.

In ogni caso, era un passo necessario.
Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.
da PensieriParole <https://www.pensieriparole.it/aforismi/comportamento/frase-7585>...forse al rientro quindi vi avrei anche sopportati. San Francesco è una voce autorevole.

Certa dell'altruismo del mio gesto, mi imbarcai sul mio volo.

Era il mio quarto viaggio in Giordania, e degli amici lì da visitare li avevo veramente. Non lo chiamerei neanche viaggio, piuttosto 'ancora di salvezza'..un salvagente gettato in un mare di cacca (si può dire cacca?!) liquida in cui navigavo in quel momento a Salalah, a bordo di una canoa precolombiana bucata. Nell'ipotesi concreta di essere in un mare di guano, non so se sarebbe meglio veleggiare in canoa o in salvagente...ma in fondo è solo una metafora.
Questa volta, più che di avventure, avevo bisogno di stare in una stanza da poter chiamare "mia" anche se solo per qualche ora, di avere tempo per lavarmi i capelli, chiamare a casa, scrostarmi lo smalto dalle unghie prima di venire prelevata e studiata da un team di paleontologi, e dormire per recuperare ancora la stanchezza del viaggio di arrivo in Oman, cosa che la fitta lista di impegni mondani di MrC. non mi consentiva mai di fare.
Perchè no, di essere anche circondata da persone amiche, in un contesto dove stavo bene.
Era il viaggio a cui tenevo e che avevo cancellato per correre da loro e dalla loro millantata urgenza. Me lo meritavo io, ed in fin dei conti se lo meritavano anche loro. 😈

Ma torniamo alla Giordania.

Bene, questo viaggio in Giordania è stato meno avventuroso di altri (..tipo quando un beduino mi ha chiusa a chiave dentro casa, o quando mi hanno fregato il passaporto il giorno prima di passare il confine, quando sono stata costretta a dormire in una grotta in mezzo a agente che russava, oppure, perchè no, quando ho intasato il water a casa della famiglia che mi ospitava), ma alla fine il fatto è che ero andata lì come detto quasi solo per riuscire a farmi uno shampoo.
Chi non deve fare 10 ore di viaggio per uno shampoo e una notte di sonno?! 🙆
Se volessi fare la saggia fuori luogo, di quelli che devono sempre trarre una lezione dagli eventi casuali della vita, financo dalla sfiga, direi che l'esperienza a Salalah mi ha fatto capire il valore delle piccole cose. Piccole come lo spessore di una carta d'imbarco. 😂

In ogni caso in questo viaggio sono finalmente riuscita a visitare Amman, grazie alla gentilissima compagnia del mio amico Hesham, che mi ha fatto visitare la capitale, mi ha portata a Jarash (meraviglia archeologica), a mangiare il mio adorato tabbouleh (...ok...anche a bere arak), e infine a comprare tutte quelle cianfrusaglie per la cucina che piacciono a me. ...tra queste, quell'attrezzino per sformare le falafel, che mi sono solo ora ricordata di avere da qualche parte in cucina, e un' orrenda tovaglietta dorata in stile arabeggiante, che so benissimo dove ho seppellito con cura, dopo essermi accertata che non respirasse più.
Ricordo poi un intero giorno passato a giocare ad air-hockey con il personale dell'hotel ad Amman, mentre aspettavo l'invio di un codice di sicurezza per sbloccare la mia mail...un attesa di sole 4 ore.
E ricordo gli sguardi a me rivolti tra l'attonito e l'infastidito, dei vecchini che giocavano a carte fumando l'arghila in uno-dei-peggiori-bar-di Amman, e chiaramente io ero l' oggetto da spuntare dalla vignetta in 'trova l'intruso'.
mmm...poi come sempre ho fatto una puntatina verso il deserto del Wadi Rum, e Petra.

Ho deciso che, da quando metterò figurativamente piede in Giordania, ridurrò il mio cinismo e allegherò qualche foto. Ma il mio cinismo tornerà, come da registro, appena rientrerò in Oman.



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