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martedì 11 luglio 2017

Viaggi e bugie..una piccola riflessione.

Non era la prima volta che mi vedevo costretta dalle circostanze -sempre colpa di queste cattivone delle circostanze- ad accampare strane scuse per viaggiare. E quella del matrimonio è un ever-green, ma non è l'unica.
Mi ricordo quando, mentre sorseggiavo un te alla menta a Yafa (Tel Aviv), mia madre mi chiama e mi chiede come fosse il tempo ad Auronzo di Cadore. Purtroppo  mi chiama alle 18.30 quando il "muezzin" inizia a chiamare a gran voce in moschea. ...prtroppo chiusi...ehm...cadde immediatamente la linea!   ...a quel punto non credette più al fatto che ci dovessimo sentire su wapp perchè non c'era campo a casa del mio amico Federico, che gentilmente mi ospitava nella sua casa di montagna.
Oppure mi ricordo di quando dovevo essere ad un altro matrimonio in Giordania, ed invece ero a dormire in una grotta.  Lo puoi dire a tua madre "Mamma non ti preoccupare, starò con della gente che non conosci e non conosco benissimo nemmeno io, dormirò all'addiaccio dove capita, non ho mezzo programma ma so che starò benissimo, e non so neanche quando torno, perchè c'è questa nuova opzione fighissima dell' Easy J, per cui ho comprato un biglietto senza data. Ciao nè, a presto, o forse no." NO...non lo puoi dire.
Allora sì, a volte mentire in questa vita è necessario, per fare tutti contenti, e sopratutto quando vuoi tutelare allo stesso modo te stesso e gli altri, senza penalizzare nessuno. La sincerità, a volte, è la scelta di chi non ha voglia di avere grane, non di chi è più buono, perchè la nostra sincerità ha delle conseguenze sugli altri. Lo stesso vale per un'eccessiva arrendevolezza, che ha delle conseguenze sud i noi.
Dopo essere andata, come sempre con la famiglia contro, in Israele a fare un corso estivo di lingua araba in un'estate diciamo non proprio fortunata per il Paese (sì ma, per quale dei due?!), e aver passato quasi ogni giorno a rispondere alle stesse domande "dove sei, cosa fai, con chi sei, dove dormi?", ogni giorno...con risposte tra l'altro quasi sempre uguali. Dopo aver notato che le tre settimane sono state rese molto più difficili di come potessero essere per me e per loro, e aver capito l'incapacità di gestire certe situazioni, ho deciso che non fosse giusto nè dare loro pesi di questo tipo, nè per me non poter vivere bene le mie scelte.
A mia discolpa, mentivo solo prima e durante le mie trasferte, mentre al rientro portavo sempre graziosi, ed autentici, souvenir. E solo e soltanto perchè le mie mete generavano spesso apprensione, e quindi, infine, si trattava ancora una volta di altruismo. Con questa cosa dell'altruismo ho raccontato palle a mezzo mondo, ma vabbè.
La realtà è che più di metà delle rinunce nella mia vita sono state dettate da uno stupidissimo senso di integrità morale verso quelli che alla fine sono solo i capricci degli altri. Non ci può essere comprensione se non c'è sincerità, ma non può esserci sincerità se non c'è comprensione.
In un mondo perfetto, le mie bugie non sarebbero mai state necessarie, così come nemmeno le mie rinunce una volta. Non era giusto come era prima, non è giusto come è adesso, alla fine non è giusto mai, ma ora è meno ingiusto, visto da qui.
La responsabilità morale verso me stessa ha lo stesso peso della responsabilità morale verso gli altri.
Sono nata con un' indole e delle passioni, e sono un dono che mi è stato dato, al pari della possibilità di seguirle. Anche questa è una responsabilità morale, verso chi mi ha fatta come sono, e non parlo per forza solo di mia madre.


Allego qualche foto di quella volta che andai ad Auronzo di Cadore:


                                                                       YAFA




Yafa secondo Wikipedia: "Durante il Medioevo si trattava del principale porto della Palestina, usato dai mercnti europei. I Veneziani avevano creato nel tardo Medioevo un servizio di galee di linea tra Venezia e Yafa per il trasporto dei pellegrini europei che desideravano recarsi in pellegrinaggio in Terrasanta."


Yafa secondo me: Yaffa è dove non manco mai d'andare quando metto piede in quel Paese, e l'unica zona di Tel Aviv dove mi sento felice. Le bancarelle, il traffico un pochino più lento, la storia che si dispiega piano piano, il mare, i profumi...quel clima mediterraneo, a tinte forti e romantico insieme, che fa sentire a casa noi terroni ovunque nel Mondo.
Pronto?! ciao mamma...


centrifughe di frutta fresca ovunque in Medioriente...perchè qui no?!

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