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martedì 20 ottobre 2015

Chiariamo subito la situazione: poteva andare meglio!

Chiariamo subito la situazione: poteva andare meglio!

Eh sì, perchè MrC., che mi ospitava a casa sua, era un tipo bizzoso ed incazzoso, con qualche mania di dominio su...tutto. Per esempio era vietato usare il cellulare a tavola, nemmeno se i miei mi chiedevano disperatamente se fossi viva (il che in realtà succedeva continuamente), ed era implicitamente vietato disporre liberamente del proprio tempo libero. Per esempio era anche implicitamente vietato organizzarsi autonomamente per la cena. L'avvicinarsi dell'ora dei pasti in Oman mi riportava quell'ansia lontana che avevo da bambina, quando al rintocco della campana delle 12 suonava la mia ora, e partiva l'angoscia di trovare le pesche sciroppate alla mensa del collegio. Da MrC. il pericolo prendeva le fattezze di tremende spezie piccanti eritree, impossibili da separare dal resto nascondere sotto al tovagliolo, e al riguardo delle quali ricordava spesso simpatici aneddoti da lui giocati ai danni di ignari turisti curiosi nella sua Eritrea e nel fiore dei suoi anni. E' proprio vero che il buongiorno si vede dal mattino!
A causa di questa sindrome ignota di cui soffriva MrC., penso si possa trattare di semplice 'rompipallismo acuto' (letale più per gli altri che per se) la prima sera, nonostante avessi palesato la necessità di chiamare casa e riposare, dopo un viaggio di 15 ore e 3 ore di riposo notturno, mi aveva organizzato una cena fuori con tutti i suoi amici, a cui sarebbe stato offensivo non presenziare, poichè era in mio onore...kkuXlo!!  Mi avvisò solo alle ore 18.30, quando ero già in pigiama col cellulare in mano e sulla punta della lingua avevo già 'ciao mamma'.
Questo stesso iter si ripeteva continuamente per tutto. Tant'è che l' Oman è sicuro, ma il mio livello di vita era comunque simile a quello dei rapiti dell'Aspromonte. Al quarto giorno, non ero ancora riuscita a chiamare il mio fidanzato. E ogni volta che sentivo toc-toc alla porta, ovvero al massimo 15 minuti dopo che fossi entrata in camera, la mia fronte si bagnava ormai di gelido sudore. Avevo imparato a falsificare la mia voce, ma il tutto era vano, perchè molestava anche gli altri 3 miei falsi compagni di camera: il lottatore di Sumo cinese con la voce da gay, la nonnina inglese ubriaca che diceva zozzerie in un perfetto accento oxfordiano, e il leprotto chiaccherone. "Ciao, sono il leprotto chiaccherone" "Devi essere a cena alle 19:37"...vabbè.

La moglie, forse di riflesso, forse per affinità elettive, era un pochino...mmm...come dire...facile al cambiamento di umore.🌛🌜     Ricordo ancora quando, durante una conviviale conversazione in cucina,ammutolì, si voltò all'improvviso, trasfigurata, stringendo in mano la forchettona a tre punte, alle spalle il fumo sulfureo della pentola delle patate in bollore, ricordandomi così un'immagine luciferina, e mi disse con la voce tipica di chi sta per rosolarti nelle fiamme dell'Inferno: "Ma non lo vedi che sono impegnata 😠 ?!?".  Stavamo parlando calorosamente fino a quel momento, ma evidentemente proprio quando ho aperto la bocca io, lei era intenta a tagliare le patate col suo sguardo laser, e io purtroppo non me n'ero proprio accorta. Del resto lei era di spalle, ed io in Italia le avevo sempre tagliate col coltello, non pensavo stesse facendo altro che nulla, oh me ardita.
Ricordo ancor meglio il mio primo risveglio a Salalah. Arrivai la sera prima a casa di Mrc, dall'aeroporto, verso le sette. "Devo lavorare domani mattina?", "Mannooooò, domani ti riposi!". Allora usai tutte le mie forze ed intenzioni per tenermi sveglia e procedere ad un'educata conversazione informale conoscitiva con MrC., che alla fine era il mio ospite. Chiaccherammo nel suo patio fino alle 08.30, poi andai finalmente a dormire. La mattina dopo la sua signora mi tamburellò alla porta alle ore 11.30 per la sveglia...  "devo portarti in giro e il pomeriggio non posso perchè ho il corso di yoga, hai 30 minuti per essere pronta". Del resto, in Aspromonte non li portavano di certo fuori, non mi potevo lamentare.

Ciononostante ricordo scene di quadretti familiari alla Mulino Bianco, tipo questo:

Colazione, lei ed io al tavolo con le nostre tazze, entra lui trotterellante con in mano il suo caffè: "cara, mi hanno affidato un gran lavoro, devo tirare sù una barca affondata al largo dello Yemen", "e cosa c'è dentro?" "non si sa".    ...una bomba di commessa, insomma!

In ultimo, nell'analisi dei macrofattori, il lavoro consisteva prevalentemente nell'attesa. L'attesa di chi dovesse portarmi al lavoro (una mattina durata dalle 07.00 alle 11.40), l'attesa che ci fosse qualcosa da fare, l'attesa di capire in cosa consistesse il mio lavoro, l'attesa che il 'boss'-che non era mrC.- finisse di fare diving per venire riportata a casa (sempre con almeno due ore di ritardo), a volte l'attesa che si ricordasse di tornare al lavoro per riportarmi a casa, dopo avermi dimenticata in ufficio. L'attesa del rimborso delle spese del viaggio e sopratutto l'attesa di salire su queste barche...mentre nell'attesa stavo tutto il tempo in ufficio con l'aria condizionata settata sui 17°, e fuori 38, e non sto scherzando. Per uscire a fumare una sigaretta dovevo procedere ad una svestizione lunghissima. Tanto che per un attimo pensai che se fossi dovuta stare lì a lungo, sarebbe stato bene comprarmi uno di quei vestiti di carnevale da orso, che in un attimo ti ricoprono di pelo capo, mani e piedi, per ottimizzare i tempi.

Aggiungiamoci che:

-La carta che mi ero fatta fare in banca prima di partire non prelevava da nessuno sportello, e nemmeno il mio bancomat. Tranne una fortunata, o fortuita, prima transazione.

-Il programma vpn per poter chiamare l'Italia dall'Oman tramite servizio voip (Viber, Skype, etc.) non funzionava, e non trovavo mai il tempo per risolvere il problema.

-A casa loro internet non prendeva quasi mai. Quando in un punto della casa si manifestava un po' di connessione, correvamo tutti lì col cellulare in mano proteso verso il cielo,  come gli indigeni delle isole del Pacifico quando vedevano passare un aeroplano, nei film di una volta. Ci mancavano solo i gonnellini il caschetto nero e l'osso nel naso.

Insomma le cose non andavano molto bene. Sopratutto considerando che ero andata lì per lavorare 5 ore al giorno sulle barche, potendo poi disporre del resto del mio tempo, in una casa e con una macchina, anche se comunque pagata un bianco e un nero.  Ed invece ero sequestrata, in ufficio praticamente dalle 08 alle 19...a fare sostanzialmente nulla. E poi sequestrata anche una volta rientrata a casa. Senza la possibilità di muovermi autonomamente, e senza capire cosa stesse succedendo. Senza poter parlare con nessuno, visto che non avevo modo di conoscere praticamente nessuno se non i suoi amici, e in Italia non potevo telefonarci. Senza poter prelevare contanti. E con la famiglia a casa ancora terribilmente arrabbiata con me per la mia decisione.

Pensai che nonostante tutto, forse vedevo tutto nero perchè ero stressata...allora...visto che non c'era nulla da fare in ufficio....e.......sopratutto.....visto che avevo rimandato un viaggio in Giordania per correre da loro avevano millantato un immediato bisogno della mia presenza (falsissimo)...pensai di fare questo saltino in Giordania per rilassarmi, e poi di certo avrei visto tutto in una luce diversa.
Del resto l'unica altra alternativa sensata sarebbe stata quella di tornarmene in Italia.

Vi ricordo che sono partita da casa con mia madre che minacciava di vendermi la macchina, cambiarmi la serratura e diseredarmi, e sulle note di "vai in Oman e vai in Mona".  Quindi il mio stress era partito già da casa.  Quindi sì, forse vedevo io tutto nero.

Fatto sta che lì non avevo mai nemmeno 10 minuti liberi, da sola, per rilassarmi e fare il punto della situazione.
Ricordo che una sera ero nel loro giardino, per cercare un po' di solitudine e un po' di campo per scrivere a casa. Prendeva molto meglio sulla strada, ma da sola in strada non ci potevo andare, onde evitare il concerto di clacson etc etc. Dopo 15 minuti di vani tentativi di utilizzo della rete decisi di desistere. Desistere tutto, e rilassarmi solo un secondo, per la prima volta. Mi buttai a terra, sull'asfalto del passaggio auto, distesa, e mi misi a guardare il cielo. Era bellissimo, e uguale a quello che vedevo da casa. Non facevo nulla, ero distesa, guardavo in alto, e mi cominciavo a sentire proprio bene ed in pace col mondo. Non durò. Con la coda dell'occhio vedo qualcosa muoversi nel buio, mi sollevo velocemente e noto questa specie di grande mangusta, che ormai era a quasi un metro dalla mia mano, puntando esattamente alla mia mano.
Corsi a casa, e capii che non c'era possibilità di salvezza in quel posto.

Quindi...si parte cinque giorni per la Giordania. A salutare il mio amico che si sposa. ...così dissi. 😈





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