Sbarcai all'aeroporto di Salalah alle sei del mattino del giorno successivo, e qui incontrai il mio 'tutor', che chiameremo MrC.
MrC. finora era stato per me solo una voce telefonica ed un profilo di facebook, di lui sapevo poche cose, di cui ne avevo memorizzate bene due: MrC. ha un elevato rate di parolacce/parole al secondo; MrC. dice e disdice cose con un tasso elevato, che fa competizione al precedente.
Pertanto non mi stupii più di tanto quando fui accolta con un misto di 'cazXo' e 'benvenuta' e nemmeno che la ormai famigerata casa in cui sarei dovuta risiedere non fosse stata ancora pronta, o, per meglio dire, non fosse stata nemmeno ancora localizzata, e sulla base di quel che vidi due settimane dopo probabilmente al mio arrivo non fosse stata ancora costruita.
Ero già partita con il minimo livello di aspettative, sperando così di non rimanere delusa da nulla. Alla fine il mio obiettivo era solo quello di passare 4 mesi in Oman, lavorando 5 ore al giorno su queste barche, e studiando per il resto del tempo per i miei esami universitari. Sperando che questo cambiamento di vita mi desse un po' di sprint e ritmo e sopratutto mi facesse uscire da un certo menage statico che avevo ormai consolidato a casa mia.
Pertanto caxXo-bentrovato anche a te finalmente MrC., mi casa es tu casa, ovunque essa sia, basta che mi porti a dormire e possibilmente subito. Grazie.
Non fu esattamente subito, perchè MrC., al nostro primo incontro, non perse l'occasione per darmi la prima delle sue innumerevoli lezioni di vita in Oman.
Lesson number one; svolgimento: obbliga il nuovo arrivato a lasciare tutte le sue valige, borsa personale compresa, nel vano scoperto del tuo pick-up, mentre ti allontani con lui a mani vuote dalla macchina, che avrai parcheggiato lontano lontano, nel desolato parcheggio dell' aeroporto...nonostante tutti gli altri posti più vicini fossero stati liberi. Avvisa tutti gli indiani che lavorano all'aeroporto di aggirarsi attorno alla macchina con fare sospetto, facendoli tutti andare a pulire il parcheggio solo ed esclusivamente attorno alla tua macchina ed alle sue valigie.
E così, come da plot, ci allontanavamo nell'oscurità per fare non ricordo cosa, probabilmente nulla, a solo scopo didattico, lasciando la macchina aperta, alle sei del mattino, con le chiavi dentro...facendoci sempre più piccoli, ..e piccoli-piccoli....e piccoli-piccoli-piccoli, agli occhi degli indiani e le valigie ai miei. A nulla valsero i miei tentativi di portare con me almeno il mio passaporto o le carte di credito. Mi ero giusto infilata di nascosto il cellulare nella tasca dei jeans. A nulla valse tirare in campo la logica. Lui non voleva sentire ragioni, mai! Lui aveva ragione e tu solo velleità, sempre.
Ed ecco la morale della prima lezione di MrC.: l'Oman è sicuro!
Se mai andrai in Oman, questa frase te la ripeteranno sempre, tutti, talmente spesso che se sei anche partito senza il minimo dubbio al riguardo, verrai sollecitato involontariamente con la psicologia inversa, a porti delle domande. Ma io, se non era sicuro (imperfetto) mica ci venivo (incorretto), e allora perchè non la smetti di sticiarmi inversamente, visto che ormai qui sono e qui devo rimanere?!
...per un attimo ripensai alla cerata gialla di mia zia, e a quel fischietto rimasto nel cassetto della mia cameretta, e mi vidi in mezzo al mare nella tempesta, accerchiata dai pirati.
Mentre lui, notando il mio stranimento, ripeteva guardandomi fissa, gli occhi che scintillavano nella nera notte del parcheggio, e un tono di sfida alla spaghetti-western: "l' Oman è sicuro, parolaccia1 parolaccia2 e parolaccia3.".
Tornammo infine alla macchina, indossando gli occhiali da sole per non venire abbagliati dal candore del piazzale pulitissimo attorno al suo immenso ed arrogantissimo pick-up. Anche gli indiani non c'erano più, spariti con la polvere, assolto il loro ruolo intimidatorio, mentre effettivamente le mie valigie c'erano ancora. Con la velocità di una giovine salamandra infilai la mano nella borsa e controllai la presenza del passaporto, tirai un sospiro di sollievo, qualche maledizione tra me e me, e finalmente lasciammo quella landa desolata.
L'Oman è il paese mediorientale più sicuro dal punto di vista dei noti problemi internazionali che io abbia mai visitato. Mai percepito nulla che mi facesse minimamente avere un dubbio al riguardo. Ma caro MrC, tutto il mondo è paese per altre questioni, e a me il portafoglio l'han fregato due mesi dopo.
Quindi sì MrC., l'Oman è sicuro, ma se tu lasci i tuoi valori all'aperto e te ne vai, come diciamo da noi, te se un po mona, in qualsiasi parte del mondo. Te se mona a Roma e te se mona in Oman. Sopratutto se lo fai per fare lo spaccone...e specialmente se lo fai con il passaporto degli altri.
Vabbè comunque benvenuto anche a te MrC.
Quindi senza casa, ma col passaporto, sul pick-up di MrC., ci dirigevamo verso casa sua a Salalah, dove avrei presto riposato le mie stanche membra...ed orecchie.
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Tornerò in Oman tra una settimana, mese o anche mai..per ora domai. Intanto, per non dimenticare i miei sconclusionati 5 mesi colà, dedico qualche sera a ricordare e scrivere. Di come abbia procrastinato per 2 mesi il mio ritorno, di casa in casa, di disguido in disguido. Sfuggendo a cicloni tropicali e a gente varia ed eventuale, degna di ricordo, bene e male, in modo unico. Scriverò x mio divertimento ed a scopo formativo: tutti abbiamo bisogno di esempi, anche negativi...allora eccomi qui. :P
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martedì 13 ottobre 2015
L'incontro con MrC...colui che mi aveva chiamata in Oman.
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